LA CHIESA DELLA SS. TRINITÀ
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La chiesa della SS. Trinità
Eseguita da Carlo Vanvitelli, tra il 1792 e il 1796. Il corpo mantiene le dimensioni originali della chiesa cinquecentesca per quanto riguarda la lunghezza, a cambiare sono quelle in larghezza.
Per il suo sviluppo in orizzontale si abbattono alcune strutture e si utilizza parte del giardino, concesso alla confraternita dalla famiglia Pignatelli.
La nuova chiesa viene costruita a frammenti, domina un lavoro di recupero di elementi validi e riutilizzabili nella nuova costruzione; ma al contempo il nuovo disegno stravolge gli spazzi contenuti del vecchio organismo, nonostante il perimetro è di poco più grande nel suo sviluppo in orizzontale.
La nuova concezione vanvitelliana nella costruzione si adopera per creare una separata duplice lettura delle aree. La pianta della navata è ottagonale, con tre altari per ogni lato, lo spazio sacro e quello dei fedeli si mescola. La nuova posizione e la differente visuale, in cui viene posto il fedele, oltre ad essere conseguenza di rottura dei classici limiti prestabiliti, contraddittoriamente accentua il distacco con il divino: ogni punto delimitante la chiesa diventa l’invalicabile luogo sacro, l’eletto spazio. Gli occhi di Dio e la sua croce sono ovunque, dalla parte bassa, al centro, come sull’altare, che continua ad essere il punto focale, nonostante la diramazione dell’attenzione. La luce e la preghiera investono ogni angolo superando la classica disposizione che pur restando tale, regna in modo e ad uso ambiguo, di vita propria, una chiesa nella chiesa.
Tanti luoghi deputati sottolineano il tracciato in modo avvolgente, abbracciano il fedele nell’atto dell’avvicinarsi a Dio, ma diversi piani disegnano ed evidenziano il divino dall’uomo.
Gli altari sono posti su un base che stacca il loro livello dal pavimento di tutto l’ambiente. La chiesa è di gusto neoclassico, coperta da una grande cupola, molti degli elementi come alcune strutture sono di recupero. I marmi, parte della pavimentazione, l’oro dei vecchi decori, come alcuni oggetti, tra cui la balaustra, le porte, sono preziose eredità, il presbiterio è uno degli spazzi riadattati. A pianta rettangolare, si affaccia nella navata mediante una scala in marmo; il suo livello è superiore a quello della chiesa, il dislivello più che voluto, è inevitabile conseguenza dell’assemblaggio fatto in un secondo momento. La sua struttura viene spesso giustificata, da letture poco attente, come scelta progettuale, attribuendo la differente altezza esclusivamente alla diversa funzionalità della zona, che destinata ad ospitare l’altare, domina su tutti gli altri elementi. Gli spazi laterali sono scanditi da otto colonne che rivestono gli originali pilastri della costruzione, elementi di supporto e di rinforzo oltre che decorativi, a sostegno della copertura: una finta volta a botte. Il presbiterio termina con un arco, la curva copre una scultura di Angelo Viva della S.S. Trinità.
  FOTOGALLERY La chiesa della SS. Trinità dei Pellegrini