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La Terra Santa ed il culto dei morti
(da “I Pellegrini” di L. de’Santi)
La solidarietà del sodalizio verso i confratelli defunti si manifestava in due modi: con la pietosa opera della loro sepoltura e con le celebrazioni di Messe e recite di preghiere in loro suffragio.
Le sepolture avvenivano, finché le leggi non lo vietarono, nella chiesa della confraternita. Per tale scopo, in quella che fu costruita nel 1578 era stata realizzata una “terrasanta” sotto il presbiterio, a livello quindi del cortile dell’ospedale. In seguito ne fu ricavata, nel 1657, un’altra per i confratelli ed i loro congiunti ed anche per i benefattori, sotto la navata […].
Con i successivi ampliamenti della chiesa la terrasanta fu trasferita, nel 1754, in parte sotto il nuovo coro ed in parte sotto quello originario e che fu poi inglobato nel presbiterio della chiesa attuale. Costituiva quindi quell’ipogeo che con la costruzione della cappella nel cimitero di Poggioreale fu abbandonato e che solo da pochi è stato riportato nella sua decorosa forma.
La sepoltura nella terrasanta del sodalizio avveniva a seguito di richiesta fatta dal confratello, in vita o, dopo la morte, dai suoi familiari ed era preceduta da un funerale che si svolgeva nella chiesa ed al quale intervenivano i Primi Ufficiali ed i confratelli, in sacco rosso, accorsi numerosi all’invito loro rivolto dal Primicerio.
A questa partecipazione si dava molta importanza, per l’affetto da manifestarsi al confratello morto. Le Regole anzi raccomandavano a quei confratelli che non fossero potuti intervenire di supplire alla loro assenza con la recita di preghiere per l’estinto ed anche con il guadagnarsi un’indulgenza, comunicandosi in quelle chiese che la concedevano, da applicare alla sua anima.
Per i confratelli poveri le spese funerarie e di sepoltura erano sostenute dal sodalizio, secondo le disposizioni dei Primi Ufficiali.
Per i confratelli che, per disposizioni loro o dei familiari, venivano sepolti in altre chiese, le onoranze funebri erano limitate e consistevano nella partecipazione alle loro esequie di una rappresentanza di confratelli in sacco rosso e con il gonfalone, i quali seguivano il feretro fino alla porta della chiesa prescelta, dinanzi alla quale però si arrestavano, per tornare poi subito indietro. I suffragi, per tutti i confratelli defunti, consistevano nella celebrazione, nella chiesa della confraternita e nell’anno della loro morte, di una Messa solenne e di venti piane. Ma per quelli che si erano dimostrati assidui alle funzioni le Messe piane erano cento. Se poi il confratello fosse morto mentre si trovava ad essere Primo Ufficiale venivano aggiunte cinquanta Messe piane, da celebrarsi all’altare privilegiato.
Questo si faceva, spiegando le Regole, quale segno di riconoscenza della confraternita verso chi l’aveva servita.
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